Quarto Conto Energia, ottimismo e chiarimenti
Si è tenuto a Milano il convegno organizzato da Mostra Convegno Expocomfort (la manifestazione di impiantistica civile e industriale e di climatizzazione che si terrà dal 27 al 30 marzo 2012 a Milano) e dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Il convegno ha chiamato a raccolta oltre 700 operatori per fare il punto sullo sviluppo del fotovoltaico in Italia e tracciare la possibile evoluzione alla luce del Quarto Conto Energia.
Il convegno è stato aperto da Massimiliano Pierini, Exhibition Director di MCE, che ha sottolineato come l’importanza assunta dal fotovoltaico abbia spinto a dedicare al tema degli spazi specifici all’interno della prossima Mostra Convegno Expocomfort e ad organizzare iniziative collaterali mirate a questa tecnologia.
Nell’ambito del convegno, Reinhold Buttgereit, Segretario Generale EPIA (European Photovoltaic Industry Association), ha presentato un’analisi comparata dei sistemi incentivanti in circa 20 paesi del Vecchio Continente. La vorticosa crescita delle fonti fotovoltaiche in ambito europeo, che attualmente rappresenta l’area leader nel mondo, ha fatto dell’Italia il secondo player per potenza installata subito dopo la Germania.
Il clima favorevole in cui si sta sviluppando il mercato delle fonti fotovoltaiche (che per la prima volta l’anno scorso hanno superato l’eolico), si è recentemente rafforzato sull’onda dello scetticismo indotto dalla tragedia nucleare giapponese.
Buttgereit ha ribadito come le previsioni di sviluppo del mercato fotovoltaico siano condizionate delle incertezze dei modelli di incentivazione, ponendo l’accento su un problema comune anche in altri paesi e cioè l’esigenza di porre dei limiti ai contributi per evitare la saturazione del mercato. Secondo Buttgereit avviare programmi e dismetterli improvvisamente è deleterio e potrebbe portare a un blocco degli investimenti. Il suggerimento di Buttgereit alle amministrazioni è di identificare le migliori pratiche tra le politiche di supporto attualmente in vigore in Europa e di promuovere la trasparenza dei mercati.
Gerardo Montanino – Direttore Generale GSE (Gestore Servizi Energetici) – è intervenuto al convegno ripercorrendo la storia dei Conti Energia e fornendo una serie di dati. In Italia nel 2010 sono stati installati ben 2326 MW mentre a fine anno gli impianti attivi erano 156.000 a fronte di una con potenza installata di 3470 MW. Le regioni più attive sono attualmente Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia. Nelle fasce di potenza da 1 a 3 kW e da 3 a 20 kW è riconducibile il 90% del numero degli impianti in esercizio mentre da 200 a 1000 KW si concentra il 37% della potenza.
Montanino ha anche segnalato che il Quarto Conto Energia è stato introdotto per porre freno a tariffe incentivanti troppo elevate, che rendevano la tecnologia fotovoltaica poco sostenibile e non permettevano di supportare altre fonti rinnovabili. Nonostante questo, ha sottolineato, in Italia la redditività degli impianti rimane superiore a quella in Germania.
Vittorio Chiesa, Direttore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, si è soffermato sull’evoluzione del fotovoltaico italiano sottolineando l’importanza che una migliore descrizione del quadro normativo avrà nei mesi a venire. “Restano ancora da definire alcuni aspetti interpretativi – ha dichiarato – ma intanto si è fatta chiarezza sugli obiettivi e gli incentivi, mettendo così fine all’incertezza degli ultimi mesi”. Chiesa ha illustrato i possibili sviluppi del mercato, spiegando come la riduzione dei contributi pubblici spingerà i produttori ad agire sulla leva dei costi per recuperare una redditività che – alla luce dei nuovi schemi – potrebbe essere pesantemente compromessa e in taluni casi sconfinare addirittura in terreno negativo. Da questa esigenza di riduzione dei costi Chiesa si aspetta uno stimolo all’innovazione tecnologica ma anche un cambiamento dei modelli di business dei produttori, che potrebbero orientarsi maggiormente al canale retail.
Chiesa ha anche sollevato dei dubbi interpretativi in merito al tetto (Cap) oltre il quale non si potrà più erogare gli incentivi: il dubbio riguarda il periodo fino al 2012, per il quale non è chiaro se il Cap sarà applicato solo a grandi impianti o anche a quelli medio piccoli. Un ulteriore aspetto messo in luce da Chiesa riguarda le procedure autorizzative e di graduatoria per l’iscrizione dei grandi impianti al “registro transitorio”, procedure che rendono incerto l’accesso agli incentivi e mettono in difficoltà gli investitori dotati di scarsa liquidità.
Chiesa ha delineato due ulteriori aspetti legati all’avvento del quarto conto: la probabile redistribuzione del mix di impianti (alla luce del fatto che sono favoriti quelli di taglio piccolo e medio) e la difficoltà di definire quali siano i prodotti di matrice europea, i quali – ricordiamo – sono privilegiati dalla normativa.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle principali associazioni del settore.
Vincenzo Quintani – membro del Cda del Gifi – ha preso atto che il Governo ha reputato di intervenire su un treno che correva troppo veloce ma ha espresso soddisfazione e fiducia “per l’incremento degli obiettivi nazionali di sviluppo del fotovoltaico e per l’approvazione del nuovo schema incentivante che riapre le porte alla bancabilità dei progetti”.
Altri aspetti messi in luce da Quintani sono l’urgenza di chiarimenti interpretativi e un probabile cambio dei business model, che richiederà professionalità diverse dalle attuali all’interno delle aziende.
Maurizio Esitini, direttore di Assistal, ha richiamato l’attenzione sugli aspetti innovativi del decreto riguardanti gli impianti per edifici e sul ruolo che potranno giocare gli installatori.
Secondo Esitini l’impennata del mercato del fotovoltaico ha aperto la strada a moltissime imprese che operavano in settori differenti. Il mantenimento degli incentivi sugli impianti di piccola taglia potrà determinare un affollamento ancora maggiore di operatori. A tale proposito Esitini pone l’accento sul fatto che occorre garantire la qualità e il livello professionale degli installatori (Assistal sta partecipando a un progetto per la definizione di uno schema di qualificazione), molti dei quali avranno a che fare con una committenza difficilmente in grado di valutare la bontà del loro lavoro.
Auspicando anch’egli un sistema di qualificazione, Marco Pigni – direttore di Aper – ha lamentato “le complicazioni dell’iter procedurale introdotte dal nuovo decreto”, sollecitando interventi per ovviare a questo problema. Pigni ha messo in luce l’esigenza di respingere le politiche di lobby e fare squadra per definire una vera strategia energetica nel paese. Pigni ha sottolineato però che nonostante gli attuali strumenti siano insufficienti sono pur sempre un punto di ripartenza per ragionare e impostare politiche efficaci.
La complicazione della normativa è una questione ripresa anche da Francesca Marchini, Segretario Generale Assosolare, la quale ha parlato di enorme confusione e incertezza e ha auspicato misure per accelerare gli iter autorizzativi, rimarcando come la filiera italiana possa fare moltissimo ma vada adeguatamente supportata. Anche per Marchini occorre chiarezza da parte delle istituzioni sui temi interpretativi e occorre una certezza della tariffa, soprattutto per quanto riguarda il periodo transitorio.
Parlando di impiantisti, Marchini ha spiegato che saranno chiamati a garantire la qualità dell’installazione soprattutto alla luce del fatto che il modello industriale si orienterà sempre di più verso gli edifici. La qualità dell’impianto in tali contesti è legata - oltre che alla qualità dei prodotti – anche alla qualità dell’installazione e a tale proposito ritiene importante lavorare sulla qualificazione degli operatori.
Infine è da segnalare l’intervento di Filippo Levati, presidente del Comitato Imprese Fotovoltaiche Italiane (IFI) , da sempre schierato sul fatto che gli incentivi rappresentano un fattore di distorsione del mercato. Commentando la situazione Levati ha espresso soddisfazione per il decreto in quanto privilegia i piccoli impianti – cioè il consumo locale – e la filiera europea ponendo inoltre dei tetti ai contributi che permettono di distribuire le poche risorse disponibili non solo nel fotovoltaico ma anche ad altre fonti rinnovabili.
Ciò che è emerso dal Convegno organizzato da MCE è un diffuso ottimismo tra gli analisti e gli operatori, nonostante la difficoltà di interpretazione della normativa e i numerosi elementi di incertezza che ancora condizionano il futuro del settore.