Convegno per le PMI su finanziamenti per ricerca ed innovazione
È imminente la pubblicazione (prevista il 20 luglio p.v.) dei nuovi bandi del 7° Programma Quadro della Ue per la ricerca e l’innovazione.
Il coinvolgimento delle piccole e medie imprese assume nei prossimi bandi una incisività maggiore non solo con le misure dedicate alle Pmi (Ricerca per le Pmi e Ricerca per Associazioni di Pmi) ma anche attraverso il vincolo, in diverse tematiche di ricerca di attribuire quote di budget significative alle Pmi.
Le Pmi sono anche al centro dei recenti interventi di Regione Lombardia, che nell’ambito dell’accordo con il sistema camerale lombardo, ha predisposto, tra gli altri, dei contributi specifici sotto forma di voucher per favorirne la partecipazione ai bandi del 7° Pq.
Per permettere alle aziende italiane di cogliere questa opportunità è stato organizzato un convegno, intitolato “Ricerca per le Pmi e ricerca per associazioni di Pmi”.
L’incontro, che si terrà a Milano il 7 luglio 2011, vuole essere l’occasione per offrire, oltre che una informazione puntuale sul bandi Ricerca per le Pmi e Ricerca per Associazioni di Pmi, una panoramica delle diverse opportunità disponibili volte a favorire la partecipazione di Pmi e centri di ricerca lombardi ai prossimi bandi del 7° Pq.
A promuovere l’iniziativa Cestec, società di Regione Lombardia, nell’ambito delle attività del progetto Simpler e della rete Enterprise Europe Network (Een), fornisce servizi gratuiti di informazione ed accompagnamento alla partecipazione ai bandi del 7° Programma Quadro di Ricerca dell’Unione Europea.
7 luglio 2011
Regione Lombardia – Sala Pirelli
Via Fabio Filzi 22
Milano
La partecipazione è gratuita, previa iscrizione.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione.
Per informazioni: katana@cestec.it – tel. 02 66737.384/371
Prospettive per le PMI
L’attenzione costante rivolta allo spazio del mar Mediterraneo in termini di maggiori garanzie di crescita economica e occupazionale soprattutto per i giovani, trova una conferma nello svolgimento dei lavori dell’ottavo incontro Euro-Mediterraneo dei Ministri dell’industria che si è tenuto a Malta.
Il programma di lavoro 2011-2012 che si fonda su una serie di strategie concrete che, nel lungo periodo, porteranno a creare una regione in cui le imprese dei paesi del Mediterraneo e dell’UE possano esportare, importare, investire, avviare iniziative imprenditoriali comuni e creare posti di lavoro alle stesse condizioni di efficienza e di certezza del diritto di quelle esistenti nel mercato unico europeo:
- il rafforzamento della competitività delle imprese, con un’attenzione particolare alle esigenze delle PMI;
- l’incentivo agli investimenti interni ed esteri;
- l’agevolazione della libera circolazione dei beni industriali;
- promozione dell’innovazione e sviluppo del settore dei servizi attraverso l’individuazione dei settori chiave e l’impulso alla cooperazione.
Così il vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani: “L’UE deve dare un chiaro segnale che una stretta cooperazione industriale e la creazione di un contesto favorevole alle PMI sono nell’interesse sia dei paesi del Mediterraneo sia dell’UE. L’ulteriore sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro sono fondamentali non solo per la stabilità politica della regione, ma anche per contribuire a gestire i flussi migratori. Ora più che mai è importante che i partecipanti alla rete si confrontino sulle modalità di creazione di una collaborazione imprenditoriale ancora più stretta”.
La positiva esperienza dell’attuazione della Carta Euro-Med per le imprese, deve spingere a promuovere lo spirito imprenditoriale e lo sviluppo delle PMI e a estendere la collaborazione industriale nella regione. Sarebbe utile e auspicabile la predisposizione di uno Small Business Act per l’area del Mediterraneo che potrebbe contribuire, analizzando le peculiarità e le criticità della zona, a rendere più dinamica l’economia incentivando le PMI ad aprire le proprie attività in quegli spazi, in un contesto di collaborazioni ispirate a criteri di democraticità e rispetto reciproco, uno strumento di grande sviluppo dell’area mediterranea, privilegiando iniziative in materia di cooperazione industriale.
Link utili:
http://ec.europa.eu/enterprise/index_it.htm
Quarto Conto Energia, ottimismo e chiarimenti
Si è tenuto a Milano il convegno organizzato da Mostra Convegno Expocomfort (la manifestazione di impiantistica civile e industriale e di climatizzazione che si terrà dal 27 al 30 marzo 2012 a Milano) e dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Il convegno ha chiamato a raccolta oltre 700 operatori per fare il punto sullo sviluppo del fotovoltaico in Italia e tracciare la possibile evoluzione alla luce del Quarto Conto Energia.
Il convegno è stato aperto da Massimiliano Pierini, Exhibition Director di MCE, che ha sottolineato come l’importanza assunta dal fotovoltaico abbia spinto a dedicare al tema degli spazi specifici all’interno della prossima Mostra Convegno Expocomfort e ad organizzare iniziative collaterali mirate a questa tecnologia.
Nell’ambito del convegno, Reinhold Buttgereit, Segretario Generale EPIA (European Photovoltaic Industry Association), ha presentato un’analisi comparata dei sistemi incentivanti in circa 20 paesi del Vecchio Continente. La vorticosa crescita delle fonti fotovoltaiche in ambito europeo, che attualmente rappresenta l’area leader nel mondo, ha fatto dell’Italia il secondo player per potenza installata subito dopo la Germania.
Il clima favorevole in cui si sta sviluppando il mercato delle fonti fotovoltaiche (che per la prima volta l’anno scorso hanno superato l’eolico), si è recentemente rafforzato sull’onda dello scetticismo indotto dalla tragedia nucleare giapponese.
Buttgereit ha ribadito come le previsioni di sviluppo del mercato fotovoltaico siano condizionate delle incertezze dei modelli di incentivazione, ponendo l’accento su un problema comune anche in altri paesi e cioè l’esigenza di porre dei limiti ai contributi per evitare la saturazione del mercato. Secondo Buttgereit avviare programmi e dismetterli improvvisamente è deleterio e potrebbe portare a un blocco degli investimenti. Il suggerimento di Buttgereit alle amministrazioni è di identificare le migliori pratiche tra le politiche di supporto attualmente in vigore in Europa e di promuovere la trasparenza dei mercati.
Gerardo Montanino – Direttore Generale GSE (Gestore Servizi Energetici) – è intervenuto al convegno ripercorrendo la storia dei Conti Energia e fornendo una serie di dati. In Italia nel 2010 sono stati installati ben 2326 MW mentre a fine anno gli impianti attivi erano 156.000 a fronte di una con potenza installata di 3470 MW. Le regioni più attive sono attualmente Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia. Nelle fasce di potenza da 1 a 3 kW e da 3 a 20 kW è riconducibile il 90% del numero degli impianti in esercizio mentre da 200 a 1000 KW si concentra il 37% della potenza.
Montanino ha anche segnalato che il Quarto Conto Energia è stato introdotto per porre freno a tariffe incentivanti troppo elevate, che rendevano la tecnologia fotovoltaica poco sostenibile e non permettevano di supportare altre fonti rinnovabili. Nonostante questo, ha sottolineato, in Italia la redditività degli impianti rimane superiore a quella in Germania.
Vittorio Chiesa, Direttore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, si è soffermato sull’evoluzione del fotovoltaico italiano sottolineando l’importanza che una migliore descrizione del quadro normativo avrà nei mesi a venire. “Restano ancora da definire alcuni aspetti interpretativi – ha dichiarato – ma intanto si è fatta chiarezza sugli obiettivi e gli incentivi, mettendo così fine all’incertezza degli ultimi mesi”. Chiesa ha illustrato i possibili sviluppi del mercato, spiegando come la riduzione dei contributi pubblici spingerà i produttori ad agire sulla leva dei costi per recuperare una redditività che – alla luce dei nuovi schemi – potrebbe essere pesantemente compromessa e in taluni casi sconfinare addirittura in terreno negativo. Da questa esigenza di riduzione dei costi Chiesa si aspetta uno stimolo all’innovazione tecnologica ma anche un cambiamento dei modelli di business dei produttori, che potrebbero orientarsi maggiormente al canale retail.
Chiesa ha anche sollevato dei dubbi interpretativi in merito al tetto (Cap) oltre il quale non si potrà più erogare gli incentivi: il dubbio riguarda il periodo fino al 2012, per il quale non è chiaro se il Cap sarà applicato solo a grandi impianti o anche a quelli medio piccoli. Un ulteriore aspetto messo in luce da Chiesa riguarda le procedure autorizzative e di graduatoria per l’iscrizione dei grandi impianti al “registro transitorio”, procedure che rendono incerto l’accesso agli incentivi e mettono in difficoltà gli investitori dotati di scarsa liquidità.
Chiesa ha delineato due ulteriori aspetti legati all’avvento del quarto conto: la probabile redistribuzione del mix di impianti (alla luce del fatto che sono favoriti quelli di taglio piccolo e medio) e la difficoltà di definire quali siano i prodotti di matrice europea, i quali – ricordiamo – sono privilegiati dalla normativa.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle principali associazioni del settore.
Vincenzo Quintani – membro del Cda del Gifi – ha preso atto che il Governo ha reputato di intervenire su un treno che correva troppo veloce ma ha espresso soddisfazione e fiducia “per l’incremento degli obiettivi nazionali di sviluppo del fotovoltaico e per l’approvazione del nuovo schema incentivante che riapre le porte alla bancabilità dei progetti”.
Altri aspetti messi in luce da Quintani sono l’urgenza di chiarimenti interpretativi e un probabile cambio dei business model, che richiederà professionalità diverse dalle attuali all’interno delle aziende.
Maurizio Esitini, direttore di Assistal, ha richiamato l’attenzione sugli aspetti innovativi del decreto riguardanti gli impianti per edifici e sul ruolo che potranno giocare gli installatori.
Secondo Esitini l’impennata del mercato del fotovoltaico ha aperto la strada a moltissime imprese che operavano in settori differenti. Il mantenimento degli incentivi sugli impianti di piccola taglia potrà determinare un affollamento ancora maggiore di operatori. A tale proposito Esitini pone l’accento sul fatto che occorre garantire la qualità e il livello professionale degli installatori (Assistal sta partecipando a un progetto per la definizione di uno schema di qualificazione), molti dei quali avranno a che fare con una committenza difficilmente in grado di valutare la bontà del loro lavoro.
Auspicando anch’egli un sistema di qualificazione, Marco Pigni – direttore di Aper – ha lamentato “le complicazioni dell’iter procedurale introdotte dal nuovo decreto”, sollecitando interventi per ovviare a questo problema. Pigni ha messo in luce l’esigenza di respingere le politiche di lobby e fare squadra per definire una vera strategia energetica nel paese. Pigni ha sottolineato però che nonostante gli attuali strumenti siano insufficienti sono pur sempre un punto di ripartenza per ragionare e impostare politiche efficaci.
La complicazione della normativa è una questione ripresa anche da Francesca Marchini, Segretario Generale Assosolare, la quale ha parlato di enorme confusione e incertezza e ha auspicato misure per accelerare gli iter autorizzativi, rimarcando come la filiera italiana possa fare moltissimo ma vada adeguatamente supportata. Anche per Marchini occorre chiarezza da parte delle istituzioni sui temi interpretativi e occorre una certezza della tariffa, soprattutto per quanto riguarda il periodo transitorio.
Parlando di impiantisti, Marchini ha spiegato che saranno chiamati a garantire la qualità dell’installazione soprattutto alla luce del fatto che il modello industriale si orienterà sempre di più verso gli edifici. La qualità dell’impianto in tali contesti è legata - oltre che alla qualità dei prodotti – anche alla qualità dell’installazione e a tale proposito ritiene importante lavorare sulla qualificazione degli operatori.
Infine è da segnalare l’intervento di Filippo Levati, presidente del Comitato Imprese Fotovoltaiche Italiane (IFI) , da sempre schierato sul fatto che gli incentivi rappresentano un fattore di distorsione del mercato. Commentando la situazione Levati ha espresso soddisfazione per il decreto in quanto privilegia i piccoli impianti – cioè il consumo locale – e la filiera europea ponendo inoltre dei tetti ai contributi che permettono di distribuire le poche risorse disponibili non solo nel fotovoltaico ma anche ad altre fonti rinnovabili.
Ciò che è emerso dal Convegno organizzato da MCE è un diffuso ottimismo tra gli analisti e gli operatori, nonostante la difficoltà di interpretazione della normativa e i numerosi elementi di incertezza che ancora condizionano il futuro del settore.
Eric Schmidt parla di cultura del business, tecnologia e problemi sociali
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